Siamo a circa 3 settimane dal voto sul referendum costituzionale per confermare o meno la c.d. riforma Boschi, e penso sia il momento di prendere posizione con chiarezza sul perché penso sia giusto votare SI.
Faccio due premesse. La prima è che a me interessa la riforma in se, non il destino di Renzi, quindi coloro i quali votano NO per affossare Renzi (che sono un buon numero, in particolare quelli del PD schierati per il NO) fanno una scelta politicamente legittima ma secondo me di piccolissimo cabotaggio.
La seconda premessa è che qui si vota la riforma costituzionale, non la legge elettorale. So bene che le due cose nel brevissimo periodo non sono linearmente indipendenti, ma la riforma costituzionale resta, e l’Italicum, a mio avviso, durerà quanto il bercio d’un gatto (per i non aretini: ben poco). In Italia di leggi elettorali nell’ultimo decennio ne abbiamo viste tante.
Detto questo secondo me sono tre i punti per il quale è bene votare SI al referendum, tre punti per i quali la riforma, pur essendo certamente perfettibile, ci porterà ad un assetto costituzionale migliore dell’attuale.
Il primo punto è la scomparsa del rapporto fiduciario del Governo con il Senato. Soprattutto da Sinistra questo è sempre stato un problema. Avere la stessa maggioranza nelle due camere, votate con sistemi diversi, diventava sempre un esercizio di equilibrismo, con il risultato che il potere di ricatto soprattutto dei singoli senatori verso il governo diventa altissimo.
Secondo punto è il rafforzamento degli istituti di democrazia diretta, sia per le leggi di iniziativa popolare, sia per il referendum abrogativo. Nel primo caso è vero che si portano le firme necessarie da 50k a 150k, ma almeno si garantisce che un ddl di iniziativa popolare verrà discusso e non si fermerà, come succede ora, in un cassetto di una qualche commissione parlamentare. Parimenti l’introduzione di un secondo tipo di referendum abrogativo, accanto all’attuale, per il quale saranno sì necessarie 800k firme, ma che avrà un quorum raggiungibile, permetterà finalmente di far ritornare efficace uno strumento che è molto importante.
Infine l’introduzione di un controllo “preventivo” di costituzionalità delle leggi elettorali, a partire dall’Italicum, ci permetterà di evitare situazioni, come l’attuale, in cui un parlamento è stato eletto da una legge che la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima pur decidendo che il parlamento stesso è legittimo.
Resta aperta la questione del Senato. Sarebbe stato meglio abolirlo del tutto? Forse, secondo me sì, ma comunque meglio il sistema riformato che quello attuale. E poi, siamo realisti, mica è facile far votare agli onorevoli senatori la loro completa soppressione!
Infine un ragionamento politico: il fronte del NO è molto ampio e raccoglie soggetti politici tra loro estremamente eterogenei. Tutti grossomodo sostengono che è vero che la costituzione andrebbe riformata, ma che questa riforma è sbagliata. Ecco, a questo punto io mi sarei aspettato, nell’interesse del paese, che questi soggetti, visto che l’approvazione della riforma dal parlamento in seconda lettura è dell’aprile scorso, avessero proposto una “controriforma” ed avessero invitato gli elettori a votare NO impegnandosi al tempo stesso a far approvare in tempi brevi la loro “controriforma”. Il fatto che nulla di questo sia accaduta mi fa pensare che se vincesse il no passerebbe ancora molto tempo prima che una qualche riforma costituzionale possa vedere la luce.
Concludo dicendo che le reazioni a questo mio post possono essere varie: la più gettonata e probabilmente non senza una ragione sarà “e ‘sti cazzi” (o, più in italiano, chi se ne frega). Poi si può essere d’accordo o, più probabilmente, dissentire, naturalmente. Ma, per favore, evitate di riportare o linkare testi lunghissimi e pallosissimi dei vari vati sia che supportino il SI che il NO!